Incredibile, ma vero: ancora oggi non tutti gli automobilisti sanno che, dopo aver acquistato l’auto nuova, possono svolgere la manutenzione sia presso le reti ufficiali delle Case sia presso i riparatori indipendenti. E senza perdere la garanzia legale biennale. Questa opportunità è il risultato del Dlgs 20/2002 che recepiva una direttiva comunitaria fortemente voluta dall’allora commissario UE Mario Monti, che sarebbe poi diventato, nel 2011, presidente del Consiglio.

Quali sono state le novità introdotte? Prima di questa norma, la validità della garanzia era subordinata all’effettuazione dei tagliandi presso la rete ufficiale e pertanto le officine indipendenti erano escluse dal business delle riparazioni, almeno da quelle sui veicoli nuovi. Il professor Monti ha stravolto il mercato, mettendo in diretta concorrenza dealer e officine generiche: così ora la garanzia non viene meno se l’automobilista si rivolge al meccanico sotto casa, essendo libero di affidarsi al riparatore che ritiene più conveniente.

 

L’offensiva degli indipendenti. Grazie alla spinta impressa dalle normative introdotte da Monti, le reti indipendenti hanno fatto un deciso passo avanti in termini di qualità e offerta, acquisendo un’identità che prima non avevano. Da un lato, si sono rafforzati sul mercato

 

nostrano realtà già collaudate all’estero (si pensi, per esempio, alla Midas); dall’altro alcuni grossi nomi dell’aftermarket come Bosch, Rhiag e Magneti Marelli hanno iniziato ad affiliare officine, riunendole sotto una stessa insegna e cercando di uniformare la loro immagine. I vantaggi per l’automobilista sono venuti di conseguenza. Grazie al costo medio (su base nazionale) della manodopera e all’utilizzo di ricambi originali del componentista oppure alternativi ma di qualità corrispondente, le reti indipendenti possono offrire interventi quasi sempre meno cari rispetto alle reti di assistenza ufficiali delle Case. Non solo: la capillarità di queste officine sul territorio e l’approccio meno formale le fanno preferire a molti utenti. Il loro punto debole, invece, risiede nell’eccessiva eterogeneità delle varie realtà e nel fatto che, nonostante la norma abbia imposto alle Case di dare libero accesso alle informazioni tecniche, è possibile che queste giungano loro in ritardo rispetto alle reti ufficiali. Un aspetto non secondario, soprattutto in caso di miglioramenti del prodotto che vanno trasferiti anche sugli esemplari circolanti.

 

Reti ufficiali in difesa. Dopo un iniziale smarrimento, le Case hanno reagito proponendo pacchetti di manutenzione a prezzo fisso e offerte e promozioni sui tagliandi. I dealer, dal canto loro, hanno iniziato ad applicare sconti sia sulla manodopera sia sui ricambi con il risultato di ridurre moltissimo il divario di prezzo rispetto alle reti indipendenti tanto che oggi, in qualche caso, è addirittura possibile spendere meno. Come conseguenza di tutto ciò, le reti ufficiali hanno quindi ricominciato ad attirare clienti. Certo, restano ancora un po’ più care del meccanico generico, ma se si tiene conto di tutti gli altri vantaggi (per esempio, i servizi) il gap del prezzo pesa meno sulle scelte dell’automobilista. In conclusione, dov’è meglio rivolgersi? Se il prezzo, a prescindere da qualunque altra considerazione, è il parametro più importante, allora la scelta cadrà sulle reti indipendenti. Diverso il caso se si considerano anche altri fattori e magari ci si vuole cautelare per il futuro non precludendosi la possibilità di accedere alla correntezza commerciale. Di che si tratta? È la chance, riservata a chi ha effettuato sempre la manutenzione presso le reti ufficiali, di ottenere un contributo dalla Casa su interventi anche a garanzia scaduta. Chi non vuole perderla, farà bene a rivolgersi ai dealer oppure alle officine autorizzate.

 

“Cosimo Murianni QUATTRORUOTE”